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Dallo ius ad bellum allo ius ad pacem

Anno scolastico 2024/2025

Centodieci anni e più scoppiava la prima guerra mondiale, che ha lasciato sul campo più di 10 milioni di morti e 20 milioni di feriti, mutilati, invalidi...

Presentazione

Data

dal 10 Febbraio 2025 al 14 Febbraio 2025

Descrizione del progetto

 

Centodieci anni e più scoppiava la prima guerra mondiale, che ha lasciato sul campo più di 10 milioni di morti e 20 milioni di feriti, mutilati, invalidi. Le centinaia di guerre che sono venute dopo hanno causato più di duecento milioni di morti, senza contare i cosiddetti “danni collaterali” (milioni e milioni di donne, uomini e bambini uccisi o dilaniati dalla fame e dalle malattie conseguenza delle stesse guerre) e l’immensa quantità di beni e risorse che sono stati distrutti e sottratti allo sviluppo dell’intera umanità

Inutile strage, avventura senza ritorno, la guerra è un mostro che continua a uccidere tante persone in tutto il mondo, dall’Ucraina alla striscia di Gaza e minaccia di diffondersi ulteriormente. Armi micidiali continuano ad essere costruite e accumulate e insieme alla loro proliferazione incontrollata cresce anche la propensione ad usarle. Contro questo scenario angosciante abbiamo il dovere di insorgere!

Dopo oltre centodieci anni di orribili massacri e crimini contro l’umanità è venuto il tempo di riconoscere che la pace è un diritto umano fondamentale della persona e dei popoli, pre-condizione necessaria per l’esercizio di tutti gli altri diritti umani. Un diritto che deve essere effettivamente riconosciuto, applicato e tutelato a tutti i livelli, dalle nostre città all’Onu.

Il riconoscimento giuridico dello specifico diritto alla pace da parte della comunità internazionale, di cui in questi mesi si sta discutendo al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite in vista dell’adozione di una apposita Dichiarazione, impegnerà gli stati ad agire con maggiore determinazione e coerenza in favore della sicurezza umana, di un disarmo reale, della risoluzione pacifica dei conflitti in corso, del rafforzamento democratico delle istituzioni internazionali, della costruzione del sistema di sicurezza collettiva previsto dalla Carta delle Nazioni Unite fondato sul rigoroso rispetto di tutti i diritti umani per tutti.

Il riconoscimento del diritto alla pace (ius ad pacem) obbligherà a cancellare il funesto diritto degli stati di fare la guerra (ius ad bellum) e a dare effettiva attuazione a quanto dispone l’articolo 28 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: “Ogni individuo ha diritto a un ordine sociale e internazionale nel quale tutti i diritti e le libertà enunciati nella presente Dichiarazione possono essere pienamente realizzati”.

Oltre centodieci anni dopo la “Grande Guerra” è urgente inaugurare l’era della “Grande Pace”.

Dipende anche da noi!

Più di cento anni di guerre bastano! Abbiamo diritto di vivere in pace!

 

Il nostro cammino di fine quinquennio e di riscoperta storico-artistico del cammino di pace, inizia da: Trieste, città cosmopolita, da sempre tramite tra la cultura mitteleuropea e la grande tradizione mediterranea. Qui nasce nel 1861 Italo Svevo, che matura in questo contesto la sua cultura eclettica ed eterogenea.

Intellettuale particolarissimo, ambienta a Trieste i suoi tre romanzi, e qui conosce James Joyce, che insegnava alla Berlitz School, con il quale nascerà un’amicizia letteraria di grande peso.

Anche l’avvicinamento di Svevo alla psicoanalisi è collegato all’ambiente triestino, in quanto qui operava Edoardo Weiss, allievo di Freud.

Altro importante esponente triestino della letteratura italiana è Scipio Slataper, scrittore e militare irredentista. La sua opera principale è “Il mio Carso”, Pubblicato nel 1912.

Nel 1883 nasce Umberto Saba, anch’egli legato alla psicoanalisi e paziente del dottor Weiss. Nel suo canzoniere, in molte poesie omaggia la città, come nelle poesie “Trieste” e “Città vecchia”. Anche il suo romanzo incompiuto “Ernesto”, pubblicato postumo nel 1975, è ambientato a Trieste.

In tempi più recenti, l’autore triestino Claudio Magris, è stato insignito del premio Strega (1997) per il suo romanzo “Microcosmi”.

A Trieste si respira un’atmosfera unica, da città di frontiera, crocevia di almeno tre culture: latina, slava e tedesca, con un suo gusto retrò, tra caffè letterari storici e monumenti del passato da città importante dell’Impero asburgico. E’ stata una meta ideale per ripensare la pace, partendo da luoghi ricchi di una storia complessa e travagliata, dove la morte ha incontrato il suo culmine e la sofferenza ha vissuto le sue più alte battaglie, ma che ha anche stregato, ospitato, allevato scrittori e intellettuali.

Ambiente multiculturale, di respiro internazionale. Città incontro di culture e di sapori antichi, dove è stato davvero piacevole passeggiare per le sue strade per cercare di carpire la verità su tanti interrogativi del nostro passato.

Obiettivi

Integrare il percorso formativo del viaggio d'istruzionee di fine quinquennio. Arricchire il proprio portfolio anche in vista degli esami di Stato

Partecipanti

Classi quinta: I ed L